Ci sono alcune ragioni recondite che spingono la gente a ritenere che un medico, un avvocato o un ingegnere debbano essere persone colte.
Purtroppo - e su questo molti di voi sapranno darmi ragione - le ore spese a studiare non necessariamente vanno di pari passo con la cultura generale di un individuo.
A seconda del significato che a questa parola (“cultura”) si voglia dare.
Il più delle volte - anzi - m’è capitato di trovare cultura tangibile in persone che non avevano completato alcun tipo di studi particolare. Al contrario, la bistrattata categoria cui mio malgrado appartengo, si dimostra spesso spietatamente monoculturale.
Ciò nonostante, l’uomo medio - di primo acchito - ha tendenza ad affrontare discorsi seri e complicati quando si trova a parlare del più e del meno con un avvocato (o un’avvocatessa, per tornare alle definizioni dello scorso post).
Evidentemente, nel sentire comune (o almeno nel “sentire” comune di qualcuno) non puoi startene seduto con avvocato che conosci appena a parlare di meteo, viaggi, programmi televisivi e dolori articolari come faresti con qualsiasi altro semi-sconosciuto.
Con un avvocato parli di cose serie.
Bene.
Uomo medio, ora - anche se non conoscessi il mio blog e quindi non sapessi che non sono un esempio di serietà compita - mettiti nei miei panni. Dopo 12 ore chiusa in uno studio legale a leggere norme e giurisprudenza, a zampettare su una tastiera per scrivere quattro pagine di contorti ragionamenti giuridici (rectius “seghe mentali”), a stare dietro alle paturnie (raffinatamente legali) dei propri capi (rectius “descrivere con dovizia di particolari l’attività svolta da allegare alla parcella”). Uomo medio, guardami negli occhi e mettiti una mano sulla coscienza: dopo tutta una giornata trascorsa in questa maniera, può farmi davvero così schifo mettere il cervello in log-off e parlare dell’ultima stagione di Criminal Minds?
Anche perché, uomo medio semi-sconosciuto, se alla fine di una giornata lavorativa mi parli di cose troppo strutturate 1) non riesco a starti dietro; 2) comincio a pensare ai fatti miei e (soprattutto) 3) quando tento di re-inserirmi nella conversazione colleziono magnifiche figuracce.
Come segue.
Localizzazione: Cena-senza-impegno-post-lavoro.
Argomenti affrontati: come da partita di trivial pursuit. Storia/Politica/Geografia/Arte, con criterio di assegnazione assolutamente random. Spettacolo assolutamente no. Troppa leggerezza.
Livello di concentrazione dell’interlocutore: 200%
Livello di concentrazione di No Brain: 1.5%.
Fattori esterni che minano il livello di concentrazione: Al tavolo affianco una ragazza racconta alle amiche le proprie avventure sessuali con il suo capo. Sul luogo di lavoro. Dicesi anche concorrenza sleale.
Livello di concentrazione di No Brain su argomenti di conversazione del Fattore Esterno: 700%.
[…Stralcio di Conversazione]
Interlocutore: “hai presente no?Le grandi opere della storia dell’arte….”
No Brain: “esatto” [Come sa chi mi conosce bene ‘esatto’ è la parola che uso di default quando non seguo una conversazione. Questo era più o meno il decimo esatto della serata. Dopo soli 30 min di conversazione. Un piccolo record]
Int.: “l’Ermitage, il Louvre, i patrimoni dell’umanità”
N.B. : “esatto…”
Int. “Anche se credo nulla possa competere…indovina con quale museo?”
N.B. “esatto”
Int. “…..scusa come?che vuol dire ‘esatto’?”
N.B. [maledizione!!] “…no….ahem….nel senso che hai ragione tu….ci sono altri fattori da considerare” [di che cavolo stava parlando????concentrati!!!non pensare a questa che sta raccontando i dettagli di quando è stata spalmata sulla scrivania….porca vacca….sulla scrivania, con una riunione nella stanza accanto, vi rendete conto???]
Int. “ecco il punto!!altri fattori!!!per me nulla è comparabile alla Galleria Borghese di Roma!!Hai presente?”
N.B. “ [….] ho presente […] si, ho proprio presente”.
Int. “Lì ci sono le due più belle opere dell’umanità”
N.B. “esatto [stavolta ci stava tutto!!]”
Int. “indovina quali sono?”
N.B. “[e che cacchio!!cos’è un’interrogatorio??]….ahem….un aiutino?”
Int.: “una è la statua di Paolina Borghese. E l’altra??Devi indovinare tu!”
N.B. “[Ma perché devo indovinarla io??dimmelo e facciamola finita!!...ok, ok, concentrati….ce la possiamo fare. Dunque, Paolina Borghese-------- quindi, Canova….Canova….] Amore e Psiche!!!”
Int. “No!!!!!!!!!!!!!!”
N.B. “[ecchecazzo!]”
Int: “Amore e Psiche è al Louvre!!!Concentrati!!ho detto Galleria Borghese!!!”
N.B.: “[porca vacca galleria borghese…ok, che faccio?compro una vocale?] ahem…mi arrendo! [abbi pietà, ti prego]”
Int.: “Amor sacro e amor profano. Hai presente?”
N.B. “[ahhh ora ci siamo proprio] come no?ce l’ho giusto come sfondo del pc. Da sindrome di Stendhal”
Int. “e di chi è??”
N.B. “[oddio che stress!] ecco….è….è….uh aspetta che m’è volato il tovagliolo!!” [volato con doppio salto mortale dall’altro lato della pizzeria, per di più. Miracoli degli spifferi di corrente]
Int. “è di Tiziano?”
N.B. “[Ferro?] esatto [tiè ora ci sta tutto!]”
Int. “e tu?c’è qualcosa che vuoi chiedere?”
N.B. “si…il conto!!! [e addio per sempre, direi, a te, Paolina e Tiziano!]”
*************************************************
Ora, il siparietto appena descritto, m’ha portato ripensare - per una serie di coincidenze - invece proprio alla statua di Amore e Psiche di Canova.
Questa sì, a mio giudizio, una delle opere più belle che mai abbia visto (con buona pace di Tiziano).
Anche perché il mito cui si ispira è sempre stato uno dei miei preferiti sin dall’infanzia (quando ero meno monoculturale e molto meno maliziosa di adesso). Così m’è venuta voglia di ricordarlo e raccontarvelo. Ma a modo mio. Con buona pace di Apuleio (cui la tradizione attribuisce l’origine del mito).
Dunque, tanto per cominciare, si dice questo sia uno dei pochi miti in cui Eros (o Amore) è un adulto e non un bambinetto.
C’era una volta una ragazza bellissima di nome Psiche. Della bellezza di Psiche, quell’invidiosa e antipatica di Afrodite era particolarmente gelosa e, quindi, decise di vendicarsi. Ora, dico io, sei la Dea della Bellezza che già di per sé non è una gran specializzazione, ma mi spieghi che senso ha essere considerata la più bella facendo terra bruciata di qualsiasi ipotetica rivale?Mistero della fede. Pare che nell’antica Grecia funzionasse così: eri particolarmente dotato in qualcosa? Il Dio che ne deteneva la specializzazione diventava geloso e ti rovinava la vita. La famosa “invidia degli Dei”. Come se al giorno d’oggi, spuntassero le verruche in faccia alle modelle di Victoria’ Secrets proprio durante la sfilata.
Comunque, Afrodite voleva rovinare la vita a Psiche, quindi cosa fa? Chiama il figlio, quel mammome senza iniziativa di Eros, e gli dice di usare le sue frecce per far innamorare Psiche dell’uomo più brutto e disgustoso della terra.
Fortuna volle che Eros, vedendo Psiche, sentisse finalmente qualche pulsione che lo facesse desistere dal giocare a freccette per il sollazzo degli altri dei e, così, si innamorò di lei.
Nell’estrema democraticità che caratterizzava i miti greci (in cui la donna aveva lo stesso impulso volitivo di un forno a microonde) Eros rapì Psiche, la portò nel suo castello, e i due s’innamorarono e divennero amanti. All’insaputa di Afrodite. Meglio, Eros era innamorato di Psiche, mentre lei di giorno vagava in questo castello e la notte incontrava il suo amante in una stanza buia, senza poter mai vedere il suo volto.
L’equivalente moderno di una Dark Room.
Eros, per nascondere la sua marachella alla madre, aveva escogitato l’espediente della dark room e s’era fatto giurare da Psiche che questa mai avrebbe tentato di vedere il suo volto.
Ora, Psiche (che per accettare un simile compromesso una punta pervertita doveva pur essere) dopo mesi e mesi di questa vita, spinta dalla curiosità, una sera, mentre Eros dormiva, accese una lampada ad olio nella dark room, per poter vedere almeno una volta in faccia il suo amante.
Purtroppo dalla lampada cadde una goccia d’olio bollente sul braccio di Eros che, evidentemente, fra i vari giochetti non aveva in simpatia il masochismo. Il dio si svegliò, capì che Psiche l’aveva visto in volto (e soprattutto che la mamma presto avrebbe scoperto tutto) e, incavolato nero, piantò Psiche proprio lì nella dark room.
Psiche era a pezzi. Nella Dark Room evidentemente si divertiva parecchio (e vorrei ben vedere, se non ti diverti con il "Dio dell'Amore" con chi vorresti farlo?) aveva scoperto di avere per amante un dio e aveva perso tutto per la sua “curiosità”. Come se qualcuna di voi - incontrandosi furtivamente con un amante con le qualità di un Rocco Siffredi - scoprisse di punto in bianco che il proprio uomo ha le fattezze di Jude Law e nel momento stesso della scoperta fosse piantata in asso.
E chi si riprende più?
Insomma, per farvela breve Psiche vagò anni e affrontò varie prove (in cui ad onor del vero dimostrò di non essere particolarmente sveglia) ma alla fine ottenne il perdono di Afrodite e, di conseguenza, anche del figlio mammone.
Amore e Psiche vissero per sempre felici e contenti nell’Olimpo fra gli dei.
La (romanticissima) morale del mito è che non può esistere Eros senza Anima (Psyche in greco, appunto).
Non c’è sesso senza amore/è dura legge nel mio cuore. Lo cantava anche Venditti, no?
Insomma, d’ora in poi, se vi capitasse di andare a Parigi e di trovarvi di fronte a quella bellissima statua, pensate che vuol dire anche questo.
E che quei due “ripresi in quella particolare tensione che precede un bacio”, in realtà, quel bacio, stanno per scambiarselo in una Dark Room.
Se non è tensione questa...
Hai capito Canova, eh?
lunedì 27 febbraio 2012
domenica 19 febbraio 2012
Riflessioni Filosofiche di una Tranquilla Domenica di Pioggia (Sottotitolo: Pur di non lavorare...)
Stasera dovrei lavorare.
Sono animata da tali entusiasmo e voglia che ho preferito: (i) mettere ordine nell'armadio; (ii) mettere ordine nel frigo; (iii) mettere ordine nei cassetti della scrivania.
Le prime due attività si sono rivelate piene di sorprese quasi commoventi: ho ritrovato un golfino svanito nel nulla tre traslochi fa e una mozzarella di cui avevo perso le tracce poco prima delle feste di Natale (quest'ultima ad onor del vero quasi m'è venuta incontro parlando: ormai s'era creata una micro-vita e un micro-clima completamente autonomi).
Ah, il golfino era disperso nei meandri dell'armadio e la mozzarella nei meandri del frigo. Credetemi sulla parola: la precisazione non è scontata.
Comunque, mentre mi dilettavo in queste faccende asseritamente domestiche, tenevo occupata la mente con pensieri asseritamente filosofici (qualsiasi cosa pur di rimandare il momento in cui avrei dovuto - asseritamente - pensare al "lavoro"). No, non temete, non mi sono occupata di investigare sulla vita segreta della mia mozzarela (anche se secondo me col pecorino, quel gran porco, qualcosa dev'esser pur successo): ormai è adulta e capace di cavarsela da sola e mi sentirei di violare la privacy che s'è conquistata a caro prezzo in quella giungla che è il mio frigo.
Riflettevo su come gli altri (id est le controparti della nostra vita, per usare una metafora giuridica) ci vedono e come noi in realtà siamo. Non voglio entrare nella metafora della maschera pirandelliana (non sono ancora arrivata a tale livello di confidenza con tutti voi da giustificare questo livello di sadismo): ma certe volte, i commenti che la gente restituisce sul vostro conto....non sembrano definire una persona completamente diversa da quello che davvero siete?o che pensate di essere?
Ma alla fine noi siamo quel che la gente percepisce, o quel che pensiamo di essere?
E alla fine chi diavolo è nato prima: l'uovo o la gallina?La scienza ha già dato la sua risposta. Ma la gallina ha fatto ricorso (Cit. C. Guzzanti, Il Caso Scafroglia, Roma, 2002).
Bando alle divagazioni. Torniamo a noi e cominciamo con qualche caso pratico. Per comodità userò un soggetto a me (e a qualcuno di voi) piuttosto noto: No Brain. Scopriamo con piccoli esempi pratici come - in diverse occasioni - le terze parti l'hanno percepita.
Esempio 1 - Contatti di Quarto livello (sottotitolo: come ti percepisce la gente che ha a che fare con te, causa lavoro, per brevi periodi)
Come immaginerete sono laureata da un po'. Lavoro in Studio Grandicello e ho superato l'esame di abilitazione professionale. Quindi, a tutti gli effetti, anche legali, faccio l'avvocato. Pentito, certo, ma questo lo sapete voi e io. Quando mi presento a qualcuno per lavoro non allungo il biglietto da visita con su scritto No Brain - Avvocato Pentito. Ecco...in realtà non allungo nessun biglietto da visita...in genere lo dimentico nel cassetto della scrivania. Comunque, mi presentano come l'avv. No Brain.
Ok. Questo concetto pare di difficilissima assimilazione per chiunque. Il fatto che sia donna e non incartapecorita, fa sì che il cliente medio di Studio Grandicello - al primo incontro - non riesca a non chiamarmi in altro modo se non Signorina. Nemmeno Signora. Signorina. E neanche Signorina No Brain. Signorina e Basta.
Agli incontri e telefonate successivi, dopo che ho aperto bocca diverse volte, magari spiegando concetti piuttosto complicati e rispondendo alle domande più assurde, arriva la promozione sociale. Da signorina, passo a dottoressa. Mi restituiscono la mia laurea. Una bella sudata, ma ogni volta una soddisfazione.
Questo status è quello finale. Il passaggio ad avvocato non avviene mai. Anzi, magari con il tempo, con la confidenza, si regredisce drammaticamente ad un sinistro rapporto filiale: una volta una cliente, quando la chiamai trionfante perchè avevo vinto (per lei) una causa partita disperata e difficilissima, mi rispose "grazie cara figliola. Ma ora me lo prepari un altro bel ricorso?Su su!!". Complice l'accento, avevo la sensazione stesse chiedendo alla nipotina di prepararle un bel piatto di cappelletti in brodo. Che poi li sapessi fare davvero, a mano, i cappelletti.
Esempio 2 - Contatti di Terzo tipo (sottotitolo: come ti percepisce la gente che ha a che fare con te, causa lavoro, per periodo più lunghi).
Per un periodo piuttosto lungo, tempo fa, ebbi a che fare con alcuni funzionari della pubblica amministrazione.
Nella pubblica amministrazione contano tantissimo i titoli. E' tutto un "dottore", "ingegnere", "architetto", e così via.
Quindi, con somma soddisfazione, sin dal primo incontro - nel pubblico ufficio - ero la "dottoressa". Sempre senza nome e cognome dopo. La dottoressa e basta.
Ma era una partenza bruciante, se pensate alle tribolazioni dell'Esempio 1.
Col passare del tempo e degli incontri, funzionari e dirigenti devono aver cominciato a provare uno straccio di stima nei confronti della sottoscritta.
Lo capii quando - di punto in bianco - cominciarono a chiamarmi "signorina dottoressa".
Sempre senza nome tipo "laSignorinaDottoressa" TuttoAttaccato.
Ma capii che li avevo conquistati solo il giorno in cui - nel redigere il Verbale che certificava il nostro incontro - cominciarono scrivendo "E' presente nei nostri uffici la Signorina Dottoressa Avvocatessa".
Sempre senza nome e cognome.
Ero commossa. Certo, "Dottoressa Avvocatessa" sembrava il titolo di un film degli anni '70 con la Fenech (la DottoressaAvvocatessa, cosce d'oro e reginetta del foro), ma ero il massimo a cui ero arrivata nei miei pochi anni di (pentitissima) carriera.
Di più ad oggi non sono riuscita ad ottenere. Sia come titolo professionale che come riferimento a film erotici anni '70.
Sono fortemente tentata di allegare quel verbale al mio curriculum.
Esempio 3 - Contatti di Secondo Tipo (sottotitolo: come ti percepisce chi ha a che fare con te, causa lavoro, tutti i giorni).
Il mondo legale è un mondo prevalentemente maschile.
Questa non è una protesta femminista: è proprio un dato di fatto, numericamente ci sono proprio più uomini che donne. Quindi, avendo per larga parte colleghi maschi, è come se lavorassi in una caserma.
Con tutto quello che ne consegue.
Avete presente, no, come si comportano gli uomini nei confronti di una donna anche in un ambiente di lavoro?Hanno dei cicli comportamentali piuttosto ripetitivi: all'inizio pari quasi un miracolo della natura e sono solo carinerie e complimenti ("Che bello vederti"; "Ma come ti sta bene questa gonna"; "Ci andiamo a prendere un the?no, magari te lo porto io, direttamente dall'India, così non ti stressi troppo"; etc.).
Poi...beh, diciamo che cominciano a darti un po' per scontata ("ah sei qui?mi passi tu la pinzatrice, per cortesia, che ho la sciatica e non riesco a muovermi?" - "stai andando al bagno?non è che mi prenderesti pure un caffè dalle macchinette che ho il torcicollo e mi viene a noia alzarmi dalla sedia?").
E nell'ultima fase.....no, non è quella fratello - sorella. Magari. Nell'ultima fase diventi a tutti gli effetti COMMILITONE ("porc....ma l'hai vista la farfallina di Belen???Dico, l'hai vista???" - .... ahem, ecco, non è che mi abbia turbato la farfallina di Belen....- "come non ti ha turbato???Come?????Ma la vedi???La vedi o no???forse c'è riflesso sul computer e non vedi bene???Guarda, guarda bene!!!ma dove vai??aspetta!parliamo di cose serie: secondo te è possibile che abbia le ....").
Belen, te lo chiedo con il cuore in mano, io in caserma ci vivo e ci devo sopravvivere. E sta anche arrivando la primavera. Quindi, ti prego: copriti.
Esempio 4 - Contatti di Primo Tipo (sottotitolo: come ti percepisce chi ti frequenta al di fuori del lavoro).
(colloquio confidenziale)
Persona Omega Qualsiasi "Ho letto il tuo blog, sai?"
No Brain "dai...e....che ne pensi?"
Persona Omega Qualsiasi: "scrivi bene, mi piace il tuo humor"
No Brain: "ti ringrazio,,,,davvero, ora mi fai arrossire"
Persona Omega Qualsiasi: "certo, quella storia che volevi fare l'astronauta e sei finita a fare l'avvocato....è chiaramente indice di una personalità egoica"
No Brain: "....egoche?"
Persona Omega Qualsiasi: "Egoica. sai, quel disturbo della personalità per cui l'individuo pensa di essere nato solo per grandi cose. Si ritiene superiore a chiunque altro. Nel migliore dei casi, se non un disturbo vero e proprio, significa comunque che sei snob ed egocentrica".
No Brain "ah....ma tipo psicopatica?"
Persona Omega Qualsiasi "si ma solo nei casi gravi. Magari non sei così grave"
Egoica io?Vi rendete conto?Nata per grandi cose?Snob?Egocentrica?
....certo, è da quando avevo 6 anni che mi chiedo perchè l'arca della stella piumata abbia deciso di dare i poteri magici per trasformarsi in creamy a quella demente di yu moriyama anzichè a me che ne avrei fatto sicuramente un migliore uso, ma questo mica è indice di una personalità disturbata, cacchio!!
.......O no?
E comunque la mozzarella nel frigo di me parla benissimo (credo)
mercoledì 8 febbraio 2012
X Men - Le Origini
Per motivi di privacy (e soprattutto per evitare ritorsioni di vario tipo) tantissimi episodi che accadono direttamente in Studio Grandicello non possono - ahimè - esservi rivelati.
Credetemi, a volte mi mangio i gomiti per evitare di scrivere determinati post.
Una specie di di "censura preventiva", a scopo di sopravvivenza professionale.
Ma questa devo raccontarvela assolutamente.
Quindi, venite qui: vicino vicino in modo da ascoltare senza farmi alzare troppo la voce. Evitiamo che orecchie indiscrete ascoltino.
Eccoci qui. Possiamo andare allora.
Quel che vi sto per raccontare nasce durante il periodo natalizio. Per essere più precisi, durante quella "roboante" fase dell'anno in cui gli Studi Grandicelli fanno a gara d'opulenza nell'organizzare terrificanti e fantozziane feste di natale.
Il fine espresso: brindare assieme all'anno appena trascorso e al nuovo anno di successi/fare team building/permettere a ciascun collaboratore di sentirsi gratificata parte del grande ingranaggio rappresentato dallo studio blasonato.
La ragione malcelata: bieca competizione con gli altri Studi Grandicelli su quale festa di Natale avrà più risonanza su top legal/Autocelebrazione/.....ancora Auto-celebrazione, direi.
Comunque qualunque sia il fine espresso o malcelato, queste occasioni (infinitamente noiose) si trasformano quasi sempre in un ricettacolo di pettegolezzi: su storie nate lo spazio di una sera (pare che gli avvocati d'affari - come cani e gatti - si accoppino due volte l'anno: durante la festa natalizia e durante quella estiva), o sulle confidenze che qualche associato/socio/consulente di peso s'è lasciato scappare complice qualche bicchiere di vino di troppo.
Bene, oggi parleremo di uno di questi pettegolezzi natalizi. E lo riferirò così come m'è stato da più fonti riferito.
Localizzazione: festa natalizia in importante città finanziaria Italiana.
La situazione: tavoli democraticamente circolari con mega-socio e persone pescate a casaccio fra associati (schiavi); praticanti (sub-umani); segretarie (staff), segretaria del mega-socio (staff dirigente).
La conversazione: varia, vivace e multiculturale spazia dal lavoro, al tempo, al traffico.
Ad un certo punto i tre macro-argomenti di conversazione si mischiano e i commensali ad uno di questi tavoli cominciano a discorrere di quanto sia difficile conciliare il lavoro con il tempo da dedicare alla famiglia e ai figli, con l'aggravante del traffico cittadino.
Il mega-socio guarda con commozione quasi paterna gli associati e i praticanti che dibattono di questo fondamentale problema. Quasi prova una punta di pena per tutto quel frenetico affannarsi nel voler trovare una soluzione o, semplicemente, nel voler rendere edotti gli altri dei propri problemi.
Appena il chiacchiericcio termina, il mega-socio - novello oracolo di Delfi - prende la parola e, scuotendo il capo, parla: "miei cari, è così divertente vedere come vi affannate dietro tutti questi piccoli problemi....io ho risolto il problema della mancanza di tempo da tanto, oramai....".
Il tavolo tace sospettoso. Poi un collaboratore, fra lo stupito e l'ammirato (ovviamente da questa circostanza, capirete, si trattava di un collaboratore diretto del mega-socio) osa chiedere "incredibile....ma dicci...come hai fatto?".
Il Mega socio parte con quella che d'ora innanzi chiameremo l' "Illumunazione". "Su indicazione del mio guru (chi di noi al giorno d'oggi non ha un guru?), anni fa mi rivolsi ad un geniale inventore svizzero che mi ha fornito un casco futuristico. Bene, io la sera posiziono quel casco sulla testa, lui (il casco, non l'inventore svizzero) spara un trilione di neutroni dritti dritti nel mio cervello....e così, anche se dormo 20 min è come se avessi dormito 4 ore. Ecco risolto il problema: io la notte non dormo e così ho tempo per far tutto, anche il corso di matematica su rai tre alle 4 di mattina".
Tavolo (reazione 1): "................"
Tavolo (reazione 2): ".................. .... ah!"
Tavolo (reazione 3): "mi passeresti il cocktail di scampi?".
Nel silenzio greve seguito all' Illuminazione (quello stesso silenzio che accompagna l'aneddoto ogni volta che viene raccontato in giro), io ho sempre la seguente visione:
Immaginatevi Pasquale, immigrato da Somma Vesuviana in Svizzera per fare l'antennista della televisione via cavo, che, in cannottiera, il pomeriggio della domenica, comodamente piazzato sul divano (stile mago Oronzo, se avete la fortuna di ricordarlo), guarda X man in televisione col figlio di 6 anni che gli gioca accanto.
A metà del film, la folgorazione: il momento in cui Professor X indossa "Cerebro" (per i monoculturali senza speranza: il casco che permetteva al Professor X di trovare X men in tutto in mondo) e ha inizio la parte più importante del film.
A quella visione, Pasquale si pulisce le mani sulla cannottiera, si toglie lo stuzzicadenti dalla bocca ed esclama "uà ho l'idea per l'invenzione del secolo!" (da leggersi con forte accento partenopeo).
Dopodichè, prende al figlio il casco da triciclo con cui stava giocando, lo avvolge nella carta stagnola (il casco, non il figlio), gli piazza sopra le lucine dell'albero di Natale: et voilà, ecco bello ed inventato il casco-sparaneutroni-che-permette-di-non-dormire.
In realtà Pasquale non ha chiaro in mente a cosa serva il casco (a parte - dal suo punto di vista - a fare un po' di soldi), così lo mette su e-bay con una generica descrizione para-scientifica del tipo "speciale casco che amplifica i poteri mentali". Dopodichè si mette seduto sullo stesso divano e aspetta paziente che qualche pollo abbocchi.
Anzi, essendo nato e cresciuto a Somma Vesuviana (ed essendo, quindi, particolarmente sveglio), Pasquale fa dippiù: stila una lista di polli che con più probabilità potrebbero abboccare al suo trabocchetto (rectius che abbiano la giusta apertura mentale per apprezzare la sua geniale invenzione). Così, sfoglia le c.d. "pagine gialle del Pollo", ovvero Top Legal - sezione professionisti di studi lrgali (preferibilmente "Grandicelli") e manda in giro un po' di sano spam.
Et voilà, dopo solo tre mesi dall'invenzione, arriva la telefonata del mega-socio di uno dei tanti Studi Grandicelli d'Italia.
Pasquale è un genio, immaginate la conversazione.
Mega Socio: "pronto?Parlo con Pasquale lo scienziato?"
Pasquale: "Oui, c'est moi" (Pasquale da uomo trapiantato in svizzera è naturalmente francofilo)
M.S.: "sarei interessato al casco che amplifica i poteri mentali, a cosa serve esattamente?"
P.: "oui....cett' t'aiut...a superare le tois limitis. Che limiti tieni tu?"
M.S.: "perdo troppo tempo a dormire, anzichè produrre, billare e fatturare!!"
P.: "oui, je te capisc'. Ecc' avec lo cascò te nun dorm' cchiù".
M.S. "ma quindi il mio corpo non avrà più necessità di riposare per 6-7 ore di fila?"
P. "oui, sì sord'???t'aggia ditt' che non dorm' ccchiù. E comunque se noun sent' ben' o' casc' t'aggiust' pure le recchiè".
M.S. "e come funziona esattamente?"
P. " t' spara 3300 milioni di miliardi di onde fotoniche e tu noun dorm' cchiù. Budubùm!"
M.S. "cosa scusi?budu che??"
P. "t'aggia ditt' budubùm!!o' ved' ca sì sord'??ett' c'est le rumor' de le onde fotonique"
M.S. "fantastico!!dev'essere mio!!!quanto costa???"
P. "1000...."
M.S. "solo mille euro??"
P. ".....nooooooo!!!vulesse dì: magar' costass' mill' eurò, cost' 1000 volte dicchiù!"
M.S. "quindi....un milione di euro???è troppo!!io sono un avvocato: dobbiamo negoziare!!!"
P. "quant' m' vuliss' dà?"
M.S. "non più di 65.000 euro!!"
P. "vabbuò, damm' 70 canapones et est tuois, content?"
M.S. "certo....grazie Mr. Pasquale, soprattutto per aver ridotto il quantum sul prezzo, ma sa...aveva come controparte un osso duro, che sulle contrattazioni di prezzo ha fondato tutta la sua carriera...."
P.: "yes, pur' io ho fundat' la moi carrierà sulle tue contrattacion de prezzo..."
M.S. "in che senso?"
P.: "no, in the sense, que son content di venirt' incontr' e fart' content'"
Detto fatto. A colloquio concluso, tempo 3gg lavorativi, il casco di Professor X arriva al Mega-Socio che distrutto ed insonne passa le sue notti dedicandosi al corso di ricamo e punto a croce.
Tutti felici, insomma: Mega Socio e Pasquale (quest'ultimo, per ovvie ragioni, più contento del Mega-Socio in verità).
L'unico dubbio che mi resta...quando il mega-socio indossa quel casco....nei deliri della sua insonnia....riuscirà anche a vedere esattamente dove si trova Wolverine come faceva Professor X??
Credetemi, a volte mi mangio i gomiti per evitare di scrivere determinati post.
Una specie di di "censura preventiva", a scopo di sopravvivenza professionale.
Ma questa devo raccontarvela assolutamente.
Quindi, venite qui: vicino vicino in modo da ascoltare senza farmi alzare troppo la voce. Evitiamo che orecchie indiscrete ascoltino.
Eccoci qui. Possiamo andare allora.
Quel che vi sto per raccontare nasce durante il periodo natalizio. Per essere più precisi, durante quella "roboante" fase dell'anno in cui gli Studi Grandicelli fanno a gara d'opulenza nell'organizzare terrificanti e fantozziane feste di natale.
Il fine espresso: brindare assieme all'anno appena trascorso e al nuovo anno di successi/fare team building/permettere a ciascun collaboratore di sentirsi gratificata parte del grande ingranaggio rappresentato dallo studio blasonato.
La ragione malcelata: bieca competizione con gli altri Studi Grandicelli su quale festa di Natale avrà più risonanza su top legal/Autocelebrazione/.....ancora Auto-celebrazione, direi.
Comunque qualunque sia il fine espresso o malcelato, queste occasioni (infinitamente noiose) si trasformano quasi sempre in un ricettacolo di pettegolezzi: su storie nate lo spazio di una sera (pare che gli avvocati d'affari - come cani e gatti - si accoppino due volte l'anno: durante la festa natalizia e durante quella estiva), o sulle confidenze che qualche associato/socio/consulente di peso s'è lasciato scappare complice qualche bicchiere di vino di troppo.
Bene, oggi parleremo di uno di questi pettegolezzi natalizi. E lo riferirò così come m'è stato da più fonti riferito.
Localizzazione: festa natalizia in importante città finanziaria Italiana.
La situazione: tavoli democraticamente circolari con mega-socio e persone pescate a casaccio fra associati (schiavi); praticanti (sub-umani); segretarie (staff), segretaria del mega-socio (staff dirigente).
La conversazione: varia, vivace e multiculturale spazia dal lavoro, al tempo, al traffico.
Ad un certo punto i tre macro-argomenti di conversazione si mischiano e i commensali ad uno di questi tavoli cominciano a discorrere di quanto sia difficile conciliare il lavoro con il tempo da dedicare alla famiglia e ai figli, con l'aggravante del traffico cittadino.
Il mega-socio guarda con commozione quasi paterna gli associati e i praticanti che dibattono di questo fondamentale problema. Quasi prova una punta di pena per tutto quel frenetico affannarsi nel voler trovare una soluzione o, semplicemente, nel voler rendere edotti gli altri dei propri problemi.
Appena il chiacchiericcio termina, il mega-socio - novello oracolo di Delfi - prende la parola e, scuotendo il capo, parla: "miei cari, è così divertente vedere come vi affannate dietro tutti questi piccoli problemi....io ho risolto il problema della mancanza di tempo da tanto, oramai....".
Il tavolo tace sospettoso. Poi un collaboratore, fra lo stupito e l'ammirato (ovviamente da questa circostanza, capirete, si trattava di un collaboratore diretto del mega-socio) osa chiedere "incredibile....ma dicci...come hai fatto?".
Il Mega socio parte con quella che d'ora innanzi chiameremo l' "Illumunazione". "Su indicazione del mio guru (chi di noi al giorno d'oggi non ha un guru?), anni fa mi rivolsi ad un geniale inventore svizzero che mi ha fornito un casco futuristico. Bene, io la sera posiziono quel casco sulla testa, lui (il casco, non l'inventore svizzero) spara un trilione di neutroni dritti dritti nel mio cervello....e così, anche se dormo 20 min è come se avessi dormito 4 ore. Ecco risolto il problema: io la notte non dormo e così ho tempo per far tutto, anche il corso di matematica su rai tre alle 4 di mattina".
Tavolo (reazione 1): "................"
Tavolo (reazione 2): ".................. .... ah!"
Tavolo (reazione 3): "mi passeresti il cocktail di scampi?".
Nel silenzio greve seguito all' Illuminazione (quello stesso silenzio che accompagna l'aneddoto ogni volta che viene raccontato in giro), io ho sempre la seguente visione:
Immaginatevi Pasquale, immigrato da Somma Vesuviana in Svizzera per fare l'antennista della televisione via cavo, che, in cannottiera, il pomeriggio della domenica, comodamente piazzato sul divano (stile mago Oronzo, se avete la fortuna di ricordarlo), guarda X man in televisione col figlio di 6 anni che gli gioca accanto.
A metà del film, la folgorazione: il momento in cui Professor X indossa "Cerebro" (per i monoculturali senza speranza: il casco che permetteva al Professor X di trovare X men in tutto in mondo) e ha inizio la parte più importante del film.
A quella visione, Pasquale si pulisce le mani sulla cannottiera, si toglie lo stuzzicadenti dalla bocca ed esclama "uà ho l'idea per l'invenzione del secolo!" (da leggersi con forte accento partenopeo).
Dopodichè, prende al figlio il casco da triciclo con cui stava giocando, lo avvolge nella carta stagnola (il casco, non il figlio), gli piazza sopra le lucine dell'albero di Natale: et voilà, ecco bello ed inventato il casco-sparaneutroni-che-permette-di-non-dormire.
In realtà Pasquale non ha chiaro in mente a cosa serva il casco (a parte - dal suo punto di vista - a fare un po' di soldi), così lo mette su e-bay con una generica descrizione para-scientifica del tipo "speciale casco che amplifica i poteri mentali". Dopodichè si mette seduto sullo stesso divano e aspetta paziente che qualche pollo abbocchi.
Anzi, essendo nato e cresciuto a Somma Vesuviana (ed essendo, quindi, particolarmente sveglio), Pasquale fa dippiù: stila una lista di polli che con più probabilità potrebbero abboccare al suo trabocchetto (rectius che abbiano la giusta apertura mentale per apprezzare la sua geniale invenzione). Così, sfoglia le c.d. "pagine gialle del Pollo", ovvero Top Legal - sezione professionisti di studi lrgali (preferibilmente "Grandicelli") e manda in giro un po' di sano spam.
Et voilà, dopo solo tre mesi dall'invenzione, arriva la telefonata del mega-socio di uno dei tanti Studi Grandicelli d'Italia.
Pasquale è un genio, immaginate la conversazione.
Mega Socio: "pronto?Parlo con Pasquale lo scienziato?"
Pasquale: "Oui, c'est moi" (Pasquale da uomo trapiantato in svizzera è naturalmente francofilo)
M.S.: "sarei interessato al casco che amplifica i poteri mentali, a cosa serve esattamente?"
P.: "oui....cett' t'aiut...a superare le tois limitis. Che limiti tieni tu?"
M.S.: "perdo troppo tempo a dormire, anzichè produrre, billare e fatturare!!"
P.: "oui, je te capisc'. Ecc' avec lo cascò te nun dorm' cchiù".
M.S. "ma quindi il mio corpo non avrà più necessità di riposare per 6-7 ore di fila?"
P. "oui, sì sord'???t'aggia ditt' che non dorm' ccchiù. E comunque se noun sent' ben' o' casc' t'aggiust' pure le recchiè".
M.S. "e come funziona esattamente?"
P. " t' spara 3300 milioni di miliardi di onde fotoniche e tu noun dorm' cchiù. Budubùm!"
M.S. "cosa scusi?budu che??"
P. "t'aggia ditt' budubùm!!o' ved' ca sì sord'??ett' c'est le rumor' de le onde fotonique"
M.S. "fantastico!!dev'essere mio!!!quanto costa???"
P. "1000...."
M.S. "solo mille euro??"
P. ".....nooooooo!!!vulesse dì: magar' costass' mill' eurò, cost' 1000 volte dicchiù!"
M.S. "quindi....un milione di euro???è troppo!!io sono un avvocato: dobbiamo negoziare!!!"
P. "quant' m' vuliss' dà?"
M.S. "non più di 65.000 euro!!"
P. "vabbuò, damm' 70 canapones et est tuois, content?"
M.S. "certo....grazie Mr. Pasquale, soprattutto per aver ridotto il quantum sul prezzo, ma sa...aveva come controparte un osso duro, che sulle contrattazioni di prezzo ha fondato tutta la sua carriera...."
P.: "yes, pur' io ho fundat' la moi carrierà sulle tue contrattacion de prezzo..."
M.S. "in che senso?"
P.: "no, in the sense, que son content di venirt' incontr' e fart' content'"
Detto fatto. A colloquio concluso, tempo 3gg lavorativi, il casco di Professor X arriva al Mega-Socio che distrutto ed insonne passa le sue notti dedicandosi al corso di ricamo e punto a croce.
Tutti felici, insomma: Mega Socio e Pasquale (quest'ultimo, per ovvie ragioni, più contento del Mega-Socio in verità).
L'unico dubbio che mi resta...quando il mega-socio indossa quel casco....nei deliri della sua insonnia....riuscirà anche a vedere esattamente dove si trova Wolverine come faceva Professor X??
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