mercoledì 23 febbraio 2011

Fenomeni Sociali: La Figa di Legno

* Ai miei adorati compagni di viaggio e di vita di questi anni: se non rimpiango di essere una viaggiatrice delle stelle è perchè (grazie a voi) il viaggio che già sto facendo è infinitamente più emozionante*


...si dice che della bontà di una decisione ci si accorga solo con il  passare del tempo....in genere chi lo dice si riferisce ad una specie di "resa dei conti" finale, quando - ormai vecchi - si ripensa ai  propri trascorsi, catalogando le proprie esperienze sotto le voci  "rimorsi" "rimpianti" "scelta azzeccata"....sperando che l'ultimo canestro (per puro culo, inutile illudersi) sia più pieno degli altri due.

Così si pensa, invece capita che della bontà di una decisione ci si accorga all'improvviso, in maniera rapida ed indolore,,,come un'illuminazione, la classica lampadina che si accende nei fumetti  sulla testa del protagonista...

Così capita che una persona "X" qualsiasi si trasferisca da una città ad un'altra e che per un paio d'anni cerchi di (auto)convincersi di aver fatto una scelta azzeccata mentre nello stesso arco di tempo è rosa dal dubbio di aver fatto una cazzata.....quando una vocina si fa strada fra i suoi pensieri più disparati dicendo "e se..."

E poi capita che quella stessa persona X trovi una risposta al suo "e  se..." durante un tranquillo w.e. di vacanza, passeggiando nel red light district di amsterdam, quando - dopo mesi - si  (ri)imbatte in quell'esemplare di sesso femminile che popola un po' tutto il mondo, ma che a Milano e negli Studi Grandicelli trova la sua massima concentrazione: la figa di legno.

 La figa di legno è un essere vivente i cui tratti caratteristici sono dati dall'estrema rigidità e dall'assoluta assenza di qualsiasivoglia forma di curiosità ed ironia nei confronti di quelli che - anche per  la Carta dei Diritti dell'Uomo - sono gli indiscussi tre "sballi"  della vita: sesso, droga e rock 'n' roll.....

 Ora, cosa ci faccia la figa di legno ad Amsterdam (conclamata patria di almeno due dei tre summenzionati sballi) costituisce un mistero della fede. Ma andare in vacanza ad Amsterdam con la figa di legno -
 per la persona X qualsiasi - rappresenta un'insostituibile esperienza sociologica.

Così capita che, in compagnia della figa di legno, la persona X  qualsiasi si astragga dalla realtà e viva un'esperienza molto simile a  quella raccontata nella pubblicità del bacardi: con la ragazza vestita di tutto punto che risponde compita alle domande della vecchia  bacchettona, mentre nella sua testa ripercorre le 1000 notti scatenate a tirare l'alba....

Così capita che - mentre la figa di legno attraversa nottetempo il red light distric di amsterdam di corsa e senza degnare di uno sgardo il variopinto fiume di gente che l'attraversa - la persona X qualsiasi si spalma contro le vetrine dei sexyshop perchè nel vibratore a forma di bruco e nelle manette pelose ha trovato la madre di tutti i souvenir di viaggio e mentre legge e commenta i mille utilizzi (rigorosamente illustrati) dell'altalena di samantha di sex&thecity...si sente gridare dalla figa di legno di spostarsi dalla vetrina per non sembrare (o dimostrarsi?) una maniaca pervertita.

E capita che, mentre la figa di legno accetta di rivolgere la parola solo ed esclusivamente ad esemplari di sesso maschile sopra i 40 (anni) e con camicia (rigorosamente) burberry, la persona X qualsiasi si lasci tranquillamente agganciare da un 18enne francese, con phd in droghe leggere, che carinamente l'aiuta a rollare la canna ... e che  in un passato non troppo remoto, la stessa persona X qualsiasi  faceva amicizia sulle spiaggie di sperdute isole del mediterraneo con scaldabagnisti che operavano a in famose zone popolari....e per questo si presentava dicendo genericamente che  "lavorava in uno studio legale" precisando (ma solo dopo espressa richiesta) che svolgeva generiche e non meglio definibili 'mansioni di segreteria' (ma questa è una storia che conoscete già)....

E capita che mentre la figa di legno guarda con spregio ed invoca la pietà divina per la persona X qualsiasi che fa biecamente leva sui centimetri scoperti di coscia per poter entrare nel locale fighetto....la stessa persona X qualsiasi pensa a quando ballava con le amiche la lap dance al bachelor party in quel di Santa Barbara....

E capita che mentre le figa di legno si mostra crucciata e scontenta del locale fighettissimo prenotato con UN MESE di anticipo e guarda con disappunto l'atteggiamento accomodante della persona  X qualsiasi,  la persona X qualsiasi pensa che pochi mesi prima - sempre ad  Amsterdam - aveva cenato in un kentucky fried chicken all'una di  notte...dopo aver speso la serata in inutili tentativi di rollare canne che somigliavano a panzerotti....

E capita anche che, dopo un'ora di fila per entrare nel museo di van Gogh, la figa di legno (turbatissima) dica alla persona X qualsiasi  (che ha finito il tour della mostra in 20 minuti netti e sta addentando un panuozzo al prosciutto al bar del museo) che  nell'esposizione manca il "raccoglitore di patate" e che la persona X qualsiasi (ben lungi dall'associare la frase ad una qualsiasi espressione pittorica) pensi che la figa di legno abbia finalmente deciso di abbandonarsi alla passione fra le braccia di un rude coldiretti olandese (molto probabilmente cieco dalla nascita).

E così capita che la persona X qualsiasi ripensi ai tanti viaggi sconclusionati e all'arrembaggio...

Alla corsa della mustang rossa lanciata sulla costa della California senza mappe e navigatori che rischiava di concludersi a Sacramento....con l'abbronzatura sul viso che lasciava il segno degli occhiali da sole....

Alle corse a perdifiato attraverso Copenhaghen per sfuggire ad un tassista che non si aveva i soldi per pagare....

Alla notte in un ostello di zurigo in una camera che si chiamava "Elvis Preasly"....

Alle bugie inventate su musei misteriosamente chiusi in conclamate città d'arte per evitare impegnate gite culturali....

Al principio di viaggio nel portabagagli di un autobus spagnolo....

All'indipendenza di chi - stanca della giornata sulla spiaggia - si era allontanata per una "nuotatina di appena appena due ore" lasciando le compagne nel panico a chiedersi come si dicesse "dispersa in mare" in inglese...

A chi ti faceva trovare banane nella tazza del cappuccino tutte le sante mattine....

Agli inspiegabili processi mentali che spingono una persona a chiederti - alle 5 di mattina dopo una notte insonne all'aeroporto del Cairo - per quale motivo porti gli stivali scesi perchè quel modello starebbe meglio portato alto....

A chi - parlando italiano con perfetto accento pugliese - proprio non capiva come fosse possibile che la 70enne cubana non riuscisse a capire che il giorno dopo, no, la colazione proprio non la voleva!

Al coro stonato che urlava O' Surdato 'nnammurato alla luna piena, su quel mare immobile che pareva tanto il lago di Garda anzichè il più lontano Egeo....

La persona X qualsiasi pensa a tutte queste cose mentre mesta prende qualche ricordino dal negozio di souvenir all'aeroporto....cosciente che nessun pensierino potrà reggere il confronto con il bruco-vibratore e le manette pelose...

Vi scrivo questo - miei adorati lettori - per farvi sapere poche semplici cose:

1)      che non esistono posti speciali, ma persone speciali con cui vivere i luoghi...e che se le mie esperienze sono state indimenticabili (e, per la cronaca, lo è stata anche Amsterdam grazie alla presenza di due personcine uniche con cui ridere della figa di legno) lo sono state perchè ho sempre avuto la fortuna di viverle con persone indimenticabili...

2)      che quelle cacatelle che ho portato come regalino da Amsterdam sono solo un surrogato del vibra-bruco e delle manette che la figa di legno mi ha impedito di comprare...

3)      che quando capita di essere turbati e non ci si spiega il perchè .... è inutile pensare ad ansie esistenziali, quando il vero motivo potrebbe essere la coscienza che nel museo di van gogh di  Amsterdam manca il "raccoglitore di patate"....

4)      e che ... infine....a me....... Van Gogh......fa veramente CAG*RE!!!!!!!!!!!!!!!!

mercoledì 16 febbraio 2011

L'irresistibile leggerezza di una parete fucsia

L'edizione milanese de La Repubblica (storico quotidiano di resistenza anti-capitalista, letto da "pochi" radical-chic, per usare una citazione abusata di questi giorni), il giorno 13 febbraio 2011, antivigilia di San Valentino, dedica un amorevole articolo ad uno studio Grandicello (come il mio).

L'articolo mi tocca nel vivo: per un periodo ho avuto modo di conoscere quello studio grandicello e la sua sede milanese..........quindi, leggere quelle righe celebrative e pensare a quei corridoi, alla gente che vi cammina e lavora, mi ha procurato più un sussulto.

Un sussulto di insoprimmibile ilarità.

Quell'articolo è un gran pezzo.

E non un gran pezzo di giornalismo.

Un gran pezzo di monologo comico.

A questo punto, senza indugiare oltre, passiamo ad una compiuta analisi dell'articolo in questione.

"IDEALMENTE la giornata del super studio inizia intorno alle 8 del mattino, brioches smistate, pulizie terminate: tutto è pronto, almeno per le successive 12 ore."
Da questa descrizione....cosa immaginate?File di Chef grassocci e di camerieri canterini che sfornano croissant caldi e croccanti ballando sulle note del miglior best of della Disney; avvocati e praticanti che entrano in studio volteggiando sulle note di un Valzer di Strauss; donne delle pulizie che amoreggiano con gli scopettoni del cesso, canticchiano come mary poppins nell'omonimo film ed escono dagli edifici con un ombrello volteggiante?
Niente di più lontano dal vero. La mattina nello studio milanese si respira un'atmosfera greve: se qualcuno sibila 'buongiorno' le reazioni tipiche sono 1) nessuna risposta; 2) buongiorno un cazzo; 3) buongiorno sta minchia (declinazione regionale); 4) hai una macchia di caffè sulla cravatta; 5) giorno???è già giorno???ma porc...che ore sono????


"perché uscire di lì prima delle 19 sottintende un part time."
Questa frase è tristemente vera. Uscire alle 19 è considerato part time. Vi rendete conto???scappare al supermercato alle 19.10, prima che chiuda, per comprare una fettina di carne trasparente e scongiurare l'ennesima cena a base di pizza, per rientrare 15 minuti dopo e sedersi nuovamente alla propria scrivania, è operazione più complicata di quella messa a punto da clint eastwood per fuggire da Alcatraz. Ormai, avendo capito che il nutrimento non rappresenta un diritto costituzionale riconosciuto dallo Studio Grandicello in questione, per qualsiasi puntata fuori ufficio si ricorre a quell'unica necessità davanti alla quale (quasi) tutti i capi, per quanto spietati, hanno un (molto breve) tentennamento: la salute. Così decine di collaboratori nel pieno del loro vigore fisico, hanno regolari puntate giornaliere in Farmacia. O al più vicino centro medico per ritirare analisi. Non si capisce come la vicina Farmacia, data la mole di richieste, riesca ad avere scorte inesauribili di farmaci-base; e come i collaboratori abbiano ancora sangue in corpo visto il salasso quasi giornaliero cui si sottopongono.

'In realtà, tra liberi professionisti un orario fisso di lavoro non c'è, si può tirare la giornata fino alle 4 di notte o cominciarla alle 6 del mattino: assecondando ansia e/o insonnia, gli uffici (...) schierano due interi palazzi (...), tre numeri civici, cinquantasette soci e duecentocinquanta collaboratori per formare uno degli studi legali più grandi d'Italia, sono aperti ventiquattro ore su ventiquattro. Il motto potrebbe essere "gli avvocati di successo non dormono mai".'

E NO!!!!Cara redattrice dell'articolo in questione, come puoi scrivere una simile corbelleria???Un orario di lavoro fisso c'è eccome: và dalle 9. di mattina a ........ infinito.
Perchè uno Studio Grandicello NON è uno studio legale. E' una clinica medica sotto mentite spoglie. E come ogni clinica medica che si rispetti, medici ed infermieri sono disponibili 24 ore al giorno.

Immaginate: sei a casa il sabato pomeriggio, seduto sul divano a bearti del Grande Fratello o di altro peggiore programma trash che la televisione italiana offre, sentendo i tuoi neuroni quasi godere fisicamente di cotanta nullafacenza e all'improvviso.....DRRRRRIIIIIINNNNNNNNNN - ecco che squilla il telefonino (negli studi Grandicelli, come nei centri medici, il numero del proprio telefono cellulare è a bella disposizione di chiunque). Prendi il telefono bestemmiando silenziosamente, guardi lo schermo e vedi lampeggiare il numero del centralino di studio.
Panico.
Desolazione.
Timida speranza: magari è qualche collega e amico sfigato costretto al lavoro che ha voglia di scambiare due parole con qualcosa che interagisca maggiormente del boccione dell'acqua.
Poi...la risposta 'P..P..Pronto?' e dall'altra parte la secca voce del padrone: "Dove sei????" (Dire 'buonpomeriggio, come stai, scusa il disturbo, sono vocaboli non contemplati).
risposta disperata, mentre l'ultima timida speranza svanisce suicidandosi "a casa...."
Voce del Padrone (con disappunto) "Humpf" (Traduzione: Maledetto Fancazzista) "Vai subito in studio. C'è un'urgenza".
Un'urgenza?????!!!!!Mi spiegate cosa può esserci di così urgente per un AVVOCATO, all'improvviso, di sabato pomeriggio???Un'operazione a cuore aperto??Devo lanciarmi come Dottor House sopra un paziente per praticargli il massaggio cardiaco col bastone da passeggio???
Niente di tutto questo: c'è da rivedere la clausola di contratto fatto 20 giorni prima. Alla controparte non piace che al punto 20.5 si dica che sarà responsabile "inter alia" di blablabla. Non gli piace proprio quell'inter alia. Gli sta antipatico. Il latino ce l'ha sul culo perchè al V ginnasio era stato rimandato e ha dovuto passare l'estate a studiare. E per litigare su quell'inter alia e pensare a un altro sinonimo utilizzabile tu (sfigato avvocato di successo) passi in studio tutto il week end.
A tutti quelli che criticano il Grande Fratello e chi lo guarda...........ora sapete chi lo guarda e perchè lo fa??

'(...) un mondo a parte. In cui, se solo si aggiungessero i letti, si potrebbe entraree mai più uscire. Tanto, non si rischia l'ulcera: tre bar, una caffetteria e un ristorante provvedono ad arginare la fame. Nemmeno s'ingrassa, la palestra è aperta a tutti, basta scendere ad allenarsi.'

A parte l'evidente parafrasi dantesca dell'incipit (lasciate ogni speranza, ecc. ecc....), mi soffermerei sui benefit che farebbero evitare di incorrere in un'ulcera. Tre bar, caffetteria e ristorante. Praticamente - se ci fosse la piscina - sarebbe la descrizione perfetta di un villaggio vacanze. In realtà lo studio milanese ha (nell'ordine) 1) un bar "per le sale riunioni" ovvero (sottotitolo) "esercizio adibito a bevande e spuntini ad uso esclusivo dei clienti (paganti) dello studio" ovvero ancora (ulteriore specificazione) "non agibile ai semplici collaboratori, a meno che tumulati vivi in sala riunione"; 2) ristorante soci, ovvero (sottotitolo) "esercizio di ristorazione ad uso esclusivo dei soci e di clienti (paganti) c.d. megagalattici (paganti senza batter ciglio)", ovvero ancora (ulteriore specificazione) "non agibile (neanche col pensiero) ai semplici collaboratori, a meno che i suddetti collaboratori costituiscano (pro tempore) un'appendice fisica di uno dei soci stessi"; 3) sala mensa. Ovvero (sottotitolo) "esercizio sotterraneo adibito alla ristorazione del volgo (collaboratori e staff)". In realtà - per quanto sotterranea - la mensa costituisce un simpatico luogo di ritrovo per i collaboratori, in cui staccare dal lavoro per la bellezza di 10 o additura 15 minuti (fancazzisti di merda). E' anche popolata di personaggi simpaticissimi: c'è un vitello tonnato esposto dal 2007 che ormai saluta quando passi e conosce i nomi di ogni singolo collaboratore.

'(...) In realtà,i tanti servizi, persino l'integrazione del trattamento di maternità, semplificano la vita, soprattutto dei giovani.'

E' vero, la vita delle giovani mamme è veramente semplificata. E valorizzata. Talmente tanto che le future mamme partoriscono praticamente in sala riunioni. Ma per spirito di attaccamente al lavoro e far respirare al pargolo sin da subito l'atmosfera familiare che si respira in studio.

'In questo universo di fama e di sapore molto Wall Street, gli uffici personali  (...) sono molto misurati (la sobrietà come sublime vezzo?). (...) notiamo: lampadario di Venini, locandine cinematografiche d'essai, sagoma di Bogart, Proust dipinto dietro le spalle. «Certo che si può personalizzare». E se uno volesse le pareti fucsia? «Probabilmente non sarebbe qui»'.

Le stanze dell'ufficio milanese sono sobrie e piene di vezzo. Saranno di ben 5/6 mq; strette e lunghe, con la moquette verde scuro e le pareti legno. E le finestre con gli affacci interni. Non esattamente luminosissime insomma. Ma, ehi, un po' di spirito di adattamento, ovvìa!!Come lamentarsi??le povere talpe albine del nicaragua vivono in cubicoli molto più bui e stretti. E le avete mai sentite lamentarsi?Senza contare che in quei metri quadri a Napoli vivrebbero 3 famiglie di cinesi.

'(...) l'atmosfera è serena. Come se si fosse cascati tra le braccia di una mamma buona che accudisce il figlio genio, a patto che lui vada benissimo a scuola.'

Cara Redattrice dell'articolo in questione, sii seria e guardami negli occhi. Quella che puoi vedere negli occhi dei collaboratori non si chiama serenità. Si chiama rassegnazione. Disperata e muta rassegnazione.

'E tutto sommato, una volta entrati, così ben accuditi dall'acquario fino alla boccia di vetro personale, perché uscirne?'

....già perchè mai uscirne???
Sarebbe da pazzi...
eppure.... non pensate che una parete fucsia sia bellissima?

venerdì 4 febbraio 2011

Crisi Economica. Crisi Nera. Crisi Vera.

Il capitalismo è morto.

Lo scandalo Enron e il fallimento di Lehman hanno affondato i colpi di grazia. Lo sgretolarsi impietoso delle altre banche d'affari è stato il requiem che ha accompagnato le esequie.

Il capitalismo è morto. E nel mondo è scoppiata la crisi economica.

E' in momenti come questi che le imprese private si raccolgono attorno ai loro generali e a quei valori che sono gli unici capisaldi nei momenti duri e difficili. Hanno bisogno di uomini di polso, fieri, d'azione. Hanno bisogno di slogan facilmente riconoscibili che facciano sentire le moltitudini parte di un'entità. Capitani coraggiosi che traghettino le proprie navi fuori dai mari in tempesta. Virtù da tatuarsi sulle braccia per ricordare cosa è importante nella vita. Gente disposta a giocarsi il tutto per tutto per proteggere le menti operose che lavorano quotidianamente e possono far diventare grande una realtà economica. Etica da scolpire nel marmo. Strateghi che conoscano le priorità e sappiano prendere decisioni vitali in tempi brevi. Principi morali atavici ed imprescindibili.

Anche studio Grandicello è un'impresa privata. E come qualsiasi impresa privata, in questi tempi difficili, ha puntato tutto sul suo personale principio morale atavico, prioritario ed imprescindibile.

Stringere la cinghia.

Affidandone la difesa al proprio capitano coraggioso: Quadro Antico, socio rampante anagraficamente ancora giovane ma dal boccolo impomatato stile aristocrazia-decadente-di-fine-'800.

Quadro Antico ha preso talmente a cuore la tutela del nuovo principio ispiratore di Studio Grandicello, da ergersi lui stesso baluardo dell'austerity.

Ed è così che le mail lavorative dei giovani collaboratori di Studio Grandicello sono - ormai da un paio d'anni - contrappuntate da quelle che Quadro Antico suole inviare a tutti per richiamare ad uno stile di vita (lavorativa?) più sobrio.

Questi i dictat dell'austerity time (sottotitolo: dalle Lettere di Quadro Antico ai Collaboratori Italiani):

1) La cancelleria, costituisce un bene di lusso. Non uno strumento primario senza il quale qualsiasi avvocato sarebbe in seria difficoltà per svolgere la sua professione. Hai finito le matite?ti servono evidenziatori?Fai domanda in carta semplice, indicando nome, cognome, data di nascita, causale della richiesta, codice fiscale e gruppo sanguigno e la tua segretaria, ottenuto il debito permesso di Quadro Antico, entrerà in possesso della "chiave della stanza-cancelleria" e potrà (forse) dotarti di un paio di penne per scrivere qualche appunto.

Ma attenzione: non tutti gli articoli di cancelleria sono poi disponibili. Passi se la tua richiesta riguarda   matite e penne (tutte rigorosamente dotate del logo di Studio Grandicello). Ma le cucitrici...........le cucitrici, signori miei, sono rare, preziose ed in via di estinzione come l'Antilope del Kazakistan. E' talmente difficile avvistarne una, che chi già fortunatamente la possiede, imprime a fuoco sulla superficie il proprio nome e cognome, in modo che sia facilmente rintracciabile in caso di smarrimento o (peggio) furto.

2) Ancor più rari delle cucitrici e dell'Antilope del Kazakistan sono i toner delle stampanti. Quello al nostro piano si è esaurito a Natale 2010. Stiamo ancora aspettando che lo sostituiscano. Voi direte: che ce vò?Vai in un negozio, acquisti il toner, lo porti in studio e lo cambi. Non capite proprio un cazzo. I nostri toner vengono ordinati e ce li portano comodamente qui in studio. Peccato che fra il momento dell'ordine e l'arrivo del toner occorra un lasso di tempo di circa due mesi. I nostri toner, cari miei, sono rari, irreperibili e talmente sofisticati che ce li inviano direttamente da Cape Canaveral, attraversano l'Atlantico su una barca lentissima (per evitare che inopportuni scossoni ne alterino la delicata tecnologia) e, una volta sbarcati, portati a mano e piedi nudi da esili eunuchi asiatici. Una volta arrivati vengono finalmente montati nella stampante. E si esauriscono dopo 15 giorni. Così il processo di sostituzione ricomincia di nuovo. Converrete sia piuttosto irritante. Ma in questo modo diamo tantissimo lavoro agli ingegneri di cape canaveral e sfamiamo intere famiglie di eunuchi.

3) Ancor più sofisticati dei toner di Cape Canaveral, sono i computer portatili in dotazione ai collaboratori di Studio Grandicello. Si narra siano stati progettati ad uno ad uno da Bill Gates in persona e da lui consegnati al Sig. Grandicello affichè li affidasse alle sapienti mani dei suoi collaboratori. Quei computer allora affidati al Sig. Grandicello sono stati tramandati da collaboratore a collaboratore per anni. Considerando che la vita media di un portatile è di due anni e che i nostri vengono usati una media (al ribasso) di 10 ore al giorno, facendo le debite proporzioni con l'aspettativa di vita umana, lavoriamo con dei pc ottuagenari. Dei pezzi di museo, insomma. Quello della mia compagna di stanza, ogni volta che avvia un programma, riscalda il motore imitando il rombo di uno shuttle sulla pista di decollo. Quantomeno pittoresco. Io invece sono fortunata: il mio per ora non decolla. In compenso ha il video che ondeggia. Ma farlo smettere è una bazzecola: mi passo il cavo video intorno al collo (badando bene di tenerlo alto con la spalla destra, come sto facendo in questo istante) e, oplà, l'immagine è quasi ferma!in compendo mi brucia la spalla destra.....ma, ovvia, un po' di spirito d'adattamento è indispensabile per sopravvivere a questo mondo.

4) Ancor più sofisticati dei toner di Cape Canaveral, ancor più rari di cucitrici e Antilopi del Kazakistan, di ancor maggiore interesse storico-artistico rispetto ai nostri portatili...........ci sono i telecomandi del cancello elettrico che apre le porte di Studio Grandicello!!Ragazzi, non scherziamo, per la descrizione di questo articolo vi chiedo una serietà greve. Questi telecomandi sono stati progettati dalla Nasa, forgiati nel ventre del Vesuvio da Vulcano in persona e affidati a ciascuno di noi come reliquia preziosa da difendere a costo della nostra stessa vita. La scorsa estate, un comunicato ufficiale di Quadro Antico ci avvisò che qualora avessimo (malauguratamente) perso una di queste preziose rarità, per averne un'altra, avremmo dovuto pagare "una somma pari a circa 40 Euro" (cit. let.). Vi rendete conto??Quanto costa in media un telecomando elettrico comune??5 Euro??Ecco, ora avete idea del gioiello della tecnologia che noi fortunati possediamo.

Ora avete anche un'idea del posto estremamente sofisticato in cui lavoro.

La scorsa settimana ho perso il telecomando.

Per farmi aprire il cancello telefono ogni giorno in reception quando sono a 300 metri di distanza dallo studio.

Cosa aggià fà pe' campà.....