lunedì 25 marzo 2013

Pene d'Amor Perduto

Parental Advisory: Explicit Lyrics.

Il Parental Advisory prima di cominciare è doveroso.


Innanzi tutto perché è da quando lo vedevo sui dischi dei Greenday che desidero utilizzarlo.

In secondo luogo perché stiamo per trattare un argomento politicamente scorretto. E lo faccio consapevolmente, perché quando scrivo di argomenti politicamente scorretti, l'audience del blog si impenna clamorosamente (chiedo scusa per il facile doppio senso). E questo dovrebbe dirla lunga anche su quanto azzeccata sia stata la mia scelta lavorativa nella vita.

(A questo punto sarebbe lecito chiedersi QUALE avrebbe potuto essere una scelta azzeccata)

Ma veniamo a noi e facciamo un passo indietro.

A Natale volevo andare in viaggio (si lo so, siamo quasi a Pasqua...ma ho un "po'"di post arretrati). Sentivo di meritarmelo, cribbio! [In realtà - i viaggi - sono cose che sento di meritarmi costantemente]

Così ho cominciato a girare il mondo virtualmente. Sul mio pc scorrevano immagini delle tipiche mete vacanziere natalizie: paesaggi esotici, spiagge incontaminate, palmizi rigogliosi.

Già mi vedevo sdraiata sotto un palmizio rigoglioso con un mojito in una mano e un panama immacolato sulla testa.

Poi ho cominciato a pensare che un palmizio rigoglioso era una meta di vacanza troppo "scontata". Soprattutto, credo abbia preso il sopravvento il mio lato masochista (che devo sempre aver avuto in forma latente, ma da quando lavoro s'è sviluppato in maniera esponenziale).

Così la vacanza l'ho prenotata in Russia. In Russia. A dicembre.

Tutta colpa del masochismo. E di Dostojeskji, credo. Se non fossi cresciuta leggendo i suoi romanzi, pieni di eroi disperati che vagano per San Pietroburgo o Mosca, mentre la neve cade e seppellisce tutti gli istinti più grevi, non credo mi sarebbe passato per l'anticamera del cervello di salire su un aereo per il nord del mondo a dicembre.

Ma la mia adolescenza ha conosciuto massicce dosi di letteratura russa e il risultato, ahimè, è sotto gli occhi di tutti.

Ora, tutto quanto sopra costituisce esclusivamente l'antefatto.

Quello di cui voglio parlarvi in questo post non è il viaggio (che pure, devo ammettere, meriterebbe), ma una frazione di esso.

Meglio, un'insospettato aspetto di storia contemporanea fortunosamente scoperto grazie a questo viaggio.

Andiamo con ordine.

A San Pietroburgo esiste un museo del sesso.

Poco male, direte voi, anche Amsterdam ne ha uno.

E' vero, ma ad Amsterdam te lo aspetti un museo del genere, e non solo per l'esistenza del red light district. Amsterdam è una città allegra e giocosa.

San Pietroburgo non è nè allegra nè giocosa. Bellissima, certo. Ma seria come solo una parte della ex repubblica sovietica potrebbe esserlo.

E invece (sorpresa, sorpresa!) San Pietroburgo ha un museo del sesso.

E cosa può esserci nel museo del sesso di San Pietroburgo?

Più o meno raffinati strumenti di tortura sessuale?

No.

Giornaletti porno proibiti dal regime comunista?

No.

Nel museo del sesso di San Pietroburgo c'è esposto il pene di Rasputin.

Avete letto bene: il membro del tipo, staccato dal suo naturale supporto, sarebbe stato asportato (spero post.mortem) e messo in un barattolo di formaldeide affinchè venisse ammirato dai posteri.

Pratica decisamente bizzarra (soprattutto pensando che saremmo nella serissima madre russia e non a las vegas) ma quantomeno spiazzante se si pensa che il buon Rasputin non era un porno attore (come sarebbe lecito pensare). No, il tizio in questione era un monaco. Ma andiamo con ordine, perché credetemi la storia (cui capirete, mi sono appassionata), merita.

A questo proposito la divideremo in "iconografia ufficiale" e "iconografia ufficiosa". A voi decidere quale parte prediligere.

Iconografia Ufficiale.

Il buon Rasputin nacque contadino nella seconda parte dell'800 e ad un certo punto della sua vita decise di farsi monaco.

Pare che il nostro avesse straordinari poteri di guaritore che lo resero famoso in Russia, finché la sua fama giunse alla corte dello stesso Zar. Questi, avendo un figlio malato, lo chiamò a se e, assieme alla moglie, rimase soggiogato dal carisma dell'uomo che, pare, cominciò ad avere una notevole influenza sulla politica del sovrano.

Come spesso accade, il potere acquisito attirò non poche invidie e così, un giorno, il nostro rimase vittima di una congiura di palazzo. Fine del monaco.

Iconografia Ufficiosa.

Pare che il carisma e le facoltà da guaritore non fossero le uniche grandi doti del nostro amico che, soprattutto, vantava il possesso di una slenga di ben 33 cm di lunghezza a riposo (alla faccia di John Holmes e Rocco Siffredi). Fra queste doti, l'ultima in particolare lo rese noto all'aristocrazia russa. Soprattutto, lo rese famoso presso la porzione femminile dell'aristocrazia russa.

In nostro Rasputin infatti, noto anche come "il monaco pazzo" era molto poco monaco...e doveva essere anche piuttosto furbo: pare che avesse elaborato una sua teoria teologica (che stranamente è meno nota delle costruzioni di Sant'Agostino o San Tommaso), in forza della quale ad avvicinarlo al paradiso era il peccato.

Buoni tutti così, direte voi. E invece no: il povero Rasputin si applicava sistematicamente a dar corpo a questa sua teoria, così organizzava pantagrueliche orge (in cui lui la faceva, per ovvi motivi, da padrone) cui seguivano pentimenti che a suo dire lo avvicinavano al divino. Almeno, lo avvicinavano alla "sua" versione del divino.

Questa generosità nell'applicarsi era giustificata dall'esuberanza "fisica" di cui vi accennavo. Bene, in nostro, non pago di tanta pratica, usava anche vantarsi sistematicamente del suo flacone di idraulico liquido maxi formato: così, riportano le cronache, era uso organizzare grandi banchetti, al termine dei quali, si alzava in piedi e annunciava: "ora si sparecchia!". Tirava fuori il fustino di Dixan e, solo con quello, buttava a terra posate e stoviglie.

Un signore, direte voi.

Soprattutto, avrebbe dovuto immaginare che questo stile di vita qualche problemino gliel'avrebbe causato.

Ora, Freud era suo coevo, e dubito all'epoca (senza televisione e internet) potesse essere a conoscenza dell'esistenza del monaco e delle sue intemperanze: ma diciamo che la sua espressione "invidia del pene" potrebbe (anche) essere alla base delle inimicizie che Rasputin s'era creato.

Insomma, un gruppo di cortigiani - per gelosie di "potere" non meglio precisate, ma comunque immaginabili - decisero un bel giorno di far fuori il monaco. Così, lo invitarono a cena e gli servirono una pietanza avvelenata.

Ma Rasputin non morì.

Gli assassini (probabilmente stager, data l'inesperienza) visto che il monaco non soccombeva, decisero di sparargli.

Ma Rasputin non morì.

Da ultimo, stremati, lo buttarono nel fiume che attraversa San Pietroburgo, ghiacciata per il freddo.

E lì, alla fine, il monaco tirò le cuoia.

Dopo questo rocambolesco epilogo, non fosse sufficiente, una serva pensò bene di prendere un "souvenir" dalle spoglie del monaco.

E il resto della Russia non pensò ad altro che ad esporre quello stesso souvenir in un museo dedicato.

E' un po' come se - fra 100 anni - esponessero a Roma, in un museo dedicato, il pappagallino di un ex presidente del consiglio a caso...ad imperitura memoria e metafora dei tormentati anni che stiamo vivendo.

[A pensarci, sarebbe una metafora quantomai azzeccata]

In attesa di quel momento, inviterei ogni singolo lettore e lettrice che abbia avuto la ventura di imbattersi in questo post, a meditare ogni qualvolta, al termine di una cena, un commensale uomo (padre, fratello, amico, fidanzato, marito, amante, conosciuto o sconosciuto che sia, poco importa) si alzi e annunci solenne "adesso sparecchio io".

Pensate che se si limita a togliere piatti e posate, in maniera canonica, siete stati - in fondo - fortunati.

5 commenti:

  1. Ti confesso che dopo aver letto il tuo post ho avuto delle immagini mentali... uhm, come posso chiamarle... destabilizzanti!

    :)

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  2. ahahahah....pensa a guardarle su google quelle immagini....tocca andare in analisi per recuperare!! :)

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  3. Oddio, ora non mettermi strane idee in testa...! ;)

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  4. Carissima NoBrain, ho scovato il tuo blog durante interminabili viaggi totalmente random per il web nella noia di una debilitante settimana da influenzata (quella appena passata). Non sai quante risate sotto i baffi mi hai fatto fare, alcuni post son degni delle migliori serie tv a stampo intelligentemente comico!

    Sai, sono figlia di un Avvocato mediamente pentito (per lo più no ma a volte sì) che ha fatto di tutto per spingermi nella stessa direzione. Alla fine l'ho spuntata io però, tant'è che studio Lettere Moderne. Tuttavia sto considerando l'idea di prepararmi a diventare un avvocato pentitissimo una volta finita la triennale, per vari motivi. Vedremo quanto pentimento ci riserva il futuro...

    Questa storia su Rasputin comunque è notevolmente inquietante.

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  5. ciao Nice!!un piacere conoscerti, seppur virtualmente!
    Lettere ... sarebbe stata la facoltà che avrei scelto io...e chissà quale altro pentitismo lavorativo starei sperimentando adesso, se fossi andata in quella direzione...
    Ma ti dirò, qualsiasi professione ti riservi il futuro...ho sperimentato sulla mia pelle: esistono infiniti modi di realizzarsi al di fuori di quel che si sceglie (o di quel che ci capita) di fare!

    Un grande abbraccio e continua a seguirmi (magari anche senza influenza) ;)

    No Brain

    p.s. si---la storia di Rasputin è inquietante e ci insegna che la storia che ci hanno insegnato...è molto meno interessante di tanti piccoli aneddoti (storici) che ce l'avrebbero fatta amare molto dipiù!

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