Cari Amici (ammesso abbia ancora il privilegio di chiamarvi così…date le ripetute minacce di morte ricevute in questo lungo periodo di silenzio del blog),
Come già sapete, qui in Studio Grandicello risolviamo problemi 24h/24h. 7giorni su 7. 12 mesi su 12.
Come in un pronto soccorso.
Un po’ come succede da 9 anni a questa parte in una qualsiasi puntata di Grey’s Anatomy (certo, togliendo quei fighi dei dott. Sheperd, Sloane, Burke, ecc…). Ma, per fortuna, senza tutte le sfighe (scusate il francesismo) che da anni vessano i protagonisti di Grey’s Anatomy (una quantità di incidenti aerei, bombe, esplosioni, dottori bruciati vivi che credo non troveremmo nemmeno mettendo assieme tutta la storia della croce rossa italiana).
Nonostante questo, ogni richiesta di consulenza legale, se fatta qui dentro, va trattata come un codice rosso in pronto soccorso: con delicatezza, discrezione e, soprattutto, URGENZA.
Certo, la ragione per cui ci sia questa urgenza spesso ‘sfugge’ a molti, ma ciò non di meno il concetto viene inculcato sin dalla più tenera età ai giovani praticanti che entrano in studio: se il cliente chiama, bisogna dare una risposta in tempi brevissimi.
Naturalmente, per poter essere così pronti e diligenti occorre essere supportati da una struttura adeguata.
Una struttura in cui un legale possa stazionare 24 ore facendosi più seghe mentali di quante se ne facesse Fox Mulder negli scantinati dell’FBI (con la differenza che Mulder si faceva seghe mentali su presunte prove di esistenza di razze aliene e noi ce le facciamo sulla necessità di mantenere un plurale o un singolare in una clausola contrattuale).
Una struttura in cui un essere umano possa sopravvivere giornate intere senza rischiare di ammalarsi di scabbia o tubercolosi.
Una struttura in cui un essere vivente possa correttamente espletare le sue funzioni vitali.
Ecco, qui a Studio Grandicello abbiamo spesso problemi proprio in relazione all’ultimo punto: possibile espletamento delle funzioni vitali. Nel senso che, spesso e volentieri, i nostri bagni sono drammaticamente e pericolosamente rotti.
Questa circostanza, capirete bene, potrebbe costituire un problema non di poco conto.
Per questa ragione, dopo l’ennesimo episodio, è stato inviato a tutti noi un piccolo manuale di utilizzo degli “strumenti di lavoro”, tramite mail intitolata “Regola N. 1: il W.C. non è una pattumiera”.
Come immaginerete, a leggere l’email, ci siamo sentiti un po’ tutti dei novelli Mosè che ricevano le sacre tavole sul monte. Per questo, al fine di divulgare il verbo, affinché anche voi veniate correttamente edotti in materia, copio in corsivo, qui di seguito, il testo dell’email, aggiungendo qui e là qualche piccolo commento personale che, come novello Mosè, mi auguro vogliate concedermi.
“Cari tutti,
ieri sera uno dei bagni del nostro ufficio si è allagato a causa di una otturazione ed abbiamo dovuto chiamare il pronto intervento, con cui ci siamo allegramente intrattenuti sino alle 2.00 di notte. I tecnici del pronto intervento hanno appurato che l’otturazione del wc è stata causata dalla presenza di:
- tantissima carta
Ok. Qui il termine “tantissima carta” non è quantificato né quantificabile. Ma io dico, test clinici di laboratorio confermano che esistono momenti nella vita di un uomo (e di una donna) in cui è necessario…utilizzare più carta igienica di quanta se ne userebbe normalmente. Quindi qui i novelli Mosè, estremamente turbati, si sono chiesti: cosa avrà voluto intendere il Legislatore con questa regola?
Era un malcelato invito a pulirsi di meno?
Era un malcelato invito rivolto al collaboratore che durante la giornata lavorativa sentisse il bisogno di rimanere solo con se stesso …. ad andare a rimanere solo con se stesso a casa propria?
Era un malcelato invito a sfruttare giardini e bagni pubblici?
Nel dubbio, abbiamo drasticamente ridotto la quantità di fibre assunte.
- e persino scarti alimentari (pomodori, insalata, mais, etc.).
Altro dubbio amletico. Test clinici di laboratorio confermano che - in quei momenti in cui un uomo (o una donna) sente il bisogno di restare solo con se stesso - la produzione organica generata potrebbe avere consistenze diverse ma generalmente aventi massa corporea ben maggiore di una foglia di insalata, di un pomodoro o di un chicco di mais.
D’altra parte l’insalata, il pomodoro o il mais, come la massa corporea, dovrebbero essere prodotti pienamente biodegradabili (e poco resistenti all’ utilizzo di un buon idraulico liquido).
Come è allora possibile che una massa corporea che chiameremo … “straordinaria”….non generi problemi, mentre un pomodorino, un chicco di mai o una foglia di insalata otturino completamente la rete fognaria di Studio Grandicello?
Di cosa sono fatti i pomodori, l’insalata e il mais che ci vendono in mensa??
E soprattutto, cosa avrà voluto dirci anche questa volta il Legislatore con il suo comunicato sibillino?
Visto che la massa corporea ha spesso peso specifico maggiore dei citati prodotti alimentari, il suo sarà stato un invito a NON produrre massa corporea?
Oppure a produrla ma con parsimonia e al massimo delle dimensioni e peso specifico di quella di un coniglio?
O infine…il suo comunicato malcelava la terribile reprimenda: “Zozzoni, sappiamo cosa fate in bagno!Sappiate che gli avvocati…NON LA FANNO!!!”??
Nel dubbio, abbiamo dimezzato la già ridotta quantità di fibre assunte.
L’otturazione, tra l’altro, ha provocato la fuoriuscita di liquame sul pavimento del bagno, con intuibili conseguenze.
Avete presente l’espressione, spesso abusata, “siamo nella merda”?
Ecco da noi corre il rischio di essere letterale.
Considerando che:
(i) non è la prima (né la seconda) volta che succedono cose di questo genere (causate sempre e solo dalla nostra maleducazione);
…perché tutti voi, scellerati, vi ostinate ad usare i gabinetti.
(ii) abbiamo anche appeso dei cartelli in ogni bagno per ricordare quello che sanno anche i bambini di 5 anni, ossia che “solo ed esclusivamente” la carta igienica può essere buttata nel wc, non altro; e
(e qui vedi dubbi amletici di cui ai punti precedenti)
(iii) questi comportamenti causano un danno allo Studio (solo ieri sera abbiamo buttato “dalla finestra” 2.000 Euro...)
Nota Bene: non a caso non è stata utilizzata la più familiare espressione “buttato nel cesso”, in quanto verosimilmente questo avrebbe generato un’ennesima otturazione.
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Tutto ciò detto, miei cari amici, vi invito ad essere tolleranti e comprensivi, qualora aveste la ventura di incontrarmi e vi apparissi alquanto irritabile e suscettibile.
Pensate che praticamente non tocco fibre (con ovvie conseguenze).
E che in quei (ormai rari) momenti in cui sento il bisogno di rimanere sola con me stessa….IO POSSO USARE POCHISSIMA CARTA.
Finalmente!
RispondiEliminaPer punizione sei stata citata qui http://sullastrada1.blogspot.it/2013/02/liebster-blog-award.html per il Liebster blog award e ti toccherà persino rispondere!
perdincibacco Ernesto!mi toccherà fare i compiti a casa!!![risponderò con molto piacere :))]
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