Il guaio con l'arrivo della bella stagione è che il caldo acuisce piccole abitudini poco consone ad uno stile di vita "professionale".
In altre parole: la primavera mette addosso un'irrefrenabile voglia di dormire dippiù e più a lungo....e questo, per chi ha già difficoltà ad essere puntuale, può rivelarsi un problema non da poco.
Io sono una ritardataria cronica. Peggio: sono una ritardataria devastante di mattina.
Se ho un appuntamento alle 9.30 devo mettere la sveglia alle 7.30: perchè dal momento in cui comincia a blaterare a quando - finalmente - riesco a trascinarmi giù dal letto, prendere confidenza con il mondo (passaggio fondamentale), fare colazione (passaggio VITALE): passa per lo meno un'ora.
Nel momento in cui ho preso coscienza di questo mio modo d'essere, ho deciso di accettarlo: d'altra parte gli psicologi non fanno altro che ripetere che bisogna accettarsi per quello che si è, non tentare di apparire diversi e cavoli vari no?Qundi la mia scelta di maturità è stata quella di accettare il mio essere ritardataria cronica.
Il problema vero è stato farlo accettare al resto del mondo.
Soprattutto il resto del mondo professionale.
Ora, ho provato in mille modi a far capire a queste persone (evidentemente poco elastiche) che gestiscono Studio Grandicello che è totalmente inutile che sia alla mia postazione alle 9 di mattina se sino alle 10.30 ho la vivacità intellettuale di un'ameba.
Ma loro niente, paiono non voler rendersi conto ed accettare questo evidente sillogismo.
Così ho dovuto ripiegare su strade "alternative" (meno asseritamente mature, magari, ma volendo efficaci): ho cominciato ad inventare scuse che giustificassero i ritardi.
E lì è nata un'arte. Per chi non lo sapesse la bugia è faticosa: richiede dedizione, memoria, cura dei dettagli per risultare credibile. Le mie bugie hanno cominciato ad essere semplici "tamponamento alla macchina e compilazione modulo con controparte", "mal di testa lancinante a prima mattina"; "la nonna sta poco bene e sono dovuta passare a trovarla".
Poi sono diventate via via più complesse e circostanziate: "guidavo la macchina in corso XXII Marzo, quando un motorino, nel tentare un sorpasso a destra, ha urtato contro il mio sportello. Dopo aver vacillato per pochi metri, ha accostato e siamo addivenuti ad una conciliazione".
Fino a sconfinare nell'inverosimile "un motorino guidato da un pazzo senza casco ha divelto lo sportello sx della macchina. Nonostante il testa-coda, ho mantenuto il controllo della macchina, mi sono lanciata all'inseguimento del pirata e gli ho sbarrato la strada poco prima che investisse una vecchietta inerme" (versione Hazzard).
Oppure: "mi sono svegliata nel cuore della notte con un mal di testa lancinante, i miei coinquilini preoccupatissimi mi hanno portato al pronto soccorso, dove i medici mi hanno sottoposto a tac e risonanza" (versione Grey's Anatomy).
Oppure ancora: "la mia vicina anziana, senza famiglia e senza gatti ha avuto un malore e - siccome io sono l'unica persona con cui parla in tutto il condominio - ha voluto che rimanessi a casa a tenerle compagnia sino a quando fosse arrivato il medico a visitarla" (versione libro cuore).
Alla fine, quando il cerchio attorno alla mole di scuse che oramai inventavo quotidianamente si stava strigendo, ho avuto una rivelazione. E la rivelazione mi è stata fatta da Piero Angela durante una puntata del mondo di Quark. Io non sono ritardataria: ho i cicli circadiani (meccanismi che regolano il sonno e la veglia) regolati in una certa maniera (nanna verso l'una, sveglia verso le nove). E non posso farci niente. Non esistono cure!
Questa rivelazione è stata la svolta: provate a dire al vostro incavolatissimo interlocutore/o capo che la mattina siete in ritardo "per via del ciclo circadiano".
Senza aggiungere altro.
Con gran probabilità il vostro interlocutore/capo (soprattutto se uomo) abbozzerà semplicemente con "ah, capisco". Perchè nessuno sa cosa sia un ciclo circadiano (a parte Piero Angela con cui, fortunatamente, non lavoro), ma a sentire la parola "ciclo" penseranno a tutt'altro e - per pudore - lasceranno correre (a proposito....ma si potrà dire 'ciclo' su un blog?).
La scusa del ciclo circadiano andava fortissimo anche nella Perfida Albione: lì bastava dire ai compassati inglesi (maschi e femmine, stavolta, vista la proverbiale riservatezza) che "the delay was due to my cyrcadian period" (anche qui il letterare cicle doveva diventare 'period' per poter alimentare lo stesso imbarazzante equivoco. A proposito, ma si potrà scrivere "period" su un blog??).
La scusa, dicevo, andava benissimo, sino a quando non mi imbattei in un emulo.
Un bel giorno, mentre eravamo in riunione con un po' di gente, a conclusione, si stava decidendo quando ri-fissare l'incontro. I clienti (particolarmente rompiscatole) dissero che che avrebbero preferito ri-aggiornare la riunione al giorno dopo: alle 8.30 di mattina o alle 14.30.
Dal fondo del tavolo si alzò un ragazzo che aveva più o meno la mia età e comunicò greve agli astanti che non avrebbe potuto partecipare alla riunione - in caso fosse stata fissata alle 14.30 - in quanto lui era postprandiale.
I clienti lo fissarono con compassione e dissero che pur di venirgli incontro non c'erano problemi: ci saremmo aggiornati l'indomani alle 8.30.
Quando la sala si fu svuotata, mi avvicinai al povero postprandiale e gli chiesi cosa comportasse in particolare il suo problema. E lui rispose serafico "vuol dire che mi cala il sonno dopo pranzo: sai quando non riesci a tenere proprio gli occhi aperti dopo aver mangiato?credo dipenda da una digestione lenta....però pochi ne conoscono il significato, quindi se lo comunichi serio e un po' contrito pensano tu stia passando un guaio serio e quindi riesci a spuntare anche una pennica di 10 minuti alla scrivania".
Quel giorno imparai una grande verità: il vero limite di un avvocato pentito è incontrare un altro avvocato pentito....che ti batta sul tempo e abbia un'insana passione per i programmi di Piero Angela!!