mercoledì 12 settembre 2012

Il Teorema del Dobermann (50 sfumature di ... giallo canarino)


Cari amici e soprattutto care amiche,

oggi non voglio tediarvi con racconti sulla vita di un avvocato pentito, peraltro ulteriormente svilita dalla coscienza che le vacanze sono ormai passate e di fronte ci sono mesi e mesi di lavoro pazzo e disperato da cui - si spera - vedremo la luce solo per mangiare il capitone, in famiglia, il giorno del Santo Natale.

Oggi voglio parlare di problematiche più profonde e - diciamo - più universali che poco si addicono ad un blog pseudo-ironico-legale.

Ma, parafrasando uno storico motto femminista, il blog è mio e me lo gestisco io.

La verità è che nell'ultima settimana ho letto il "famigerato" e popolarissimo romanzo "50 sfumature di grigio" e l'ho trovato pericoloso, umiliante e degradante.

Pericoloso perché viola il cosiddetto "legittimo affidamento". Una giovane fanciulla innocente che si accingesse a leggere quella storia senza alcuna esperienza potrebbe riporre un ingiustificato affidamento nei fatti raccontati dal libro ed essere, quindi, portata a pensare che il mondo sia pieno di bellissimi, insaziabili dominatori come il protagonista maschile, Christian Grey.

Ok, il mondo forse non è pieno di fanciulle "in fiore" così innocenti ma decisamente è anche carente di bellissimi dominatori insaziabili. Quindi parafrasiamo: un avvocato pentito chiuso fra 4 pareti 12h al giorno, abituato ad avere incontri con soggetti al limite della psico-mania, potrebbe essere indotta (erroneamente) a sperare che esistano soggetti come il dominatore di cui sopra. Ecco. Indurre un soggetto emotivamente instabile a una simile speranza è crudeltà bella e buona.

Umiliante e degradante perché....beh, la protagonista, una 19enne completamente inesperta e perdutamente rimbambita, dal momento della sua 'iniziazione' ha una batteria di orgasmi (descritti con abbondanza e dovizia di aggettivi) che avrebbero suscitato l'invidia delle moana e cicciolina dei tempi d'oro, messe assieme. E non è che Moana e Cicciolina ai tempi d’oro non si divertissero.

Ad un certo punto ne ha uno (un orgasmo, n.d.r.) talmente forte che sviene. No, dico, non so se avete capito, SVIENE. Andata. Muerta. Kaput.

Adesso alzino le mani gli avvocati sintonizzati su questa pagina (pentiti e non) cui sia capitato addirittura di svenire.

Ecco. Appunto. Volevo ben dire io.

E ora non vi sentite umiliate (e umiliati) a leggere di una rimbambita che alla prima botta (perdonate il facile doppio senso) addirittura sviene??Non si fa! Non è carino: qui la gente combatte per riuscire ad avere anche solo una conversazione extra-lavorativa che sia lontanamente interessante, torna a casa, apre il libro che ha sul comodino e questa addirittura SVIENE.

Ciò detto vorrei provare a schematizzare quello che - invece - la realtà offre.

Scordatevi i sexy-dominatori psicopatici. Lì fuori di sexy-dominatori non c'è proprio traccia. Restano solo gli psicopatici. Di quelli potrete trovarne quanti ne volete.

Quindi, dopo una certa analisi empirica, ho elaborato il c.d. teorema del Dobermann. Ossia agli esseri umani di sesso maschile accade quello che la leggenda metropolitana vuole accada ai cani dobermann.

Ad un certo punto della loro vita, il testosterone accumulato gli va alla testa e loro, irrimediabilmente, impazziscono.

Bene, il "punto dobermann" lo incardino intorno ai 30-32 anni al max. Quindi, se incontrate un soggetto in questione prima di questa fase critica, bene: potrete tentare di ammansire e addomesticare la bestiola in modo che passi il punto x arrecando meno problemi possibili a se stesso e al prossimo.

Se, al contrario, (1) incontrate il soggetto dopo quella età; e (2) il soggetto appare come single, non illudetevi: non è single per scelta. Ha passato la fase critica, è tecnicamente un dobermann impazzito ed è -pertanto - pericoloso. Probabilmente anche per se stesso (ma questo poco importa), sicuramente lo è per tutti gli altri (e soprattutto le ‘altre’).

Ciò detto, dalle esperienze vissute - anche, se non soprattutto, indirettamente - ho deciso di sintetizzare alcune fattispecie in cui si sostanziano i prototipi maschili una volta passato il punto-dobermann. Mi scuso in anticipo con i miei cari lettori per il linguaggio che potrebbe diventare a tratti greve, ma stiamo parlando di 50 sfumature di quel che volete voi, infondo. Soprattutto, i sottotipi di cui sotto (appunto) e le relative possibili contromosse, sono frutto di lunghe discussioni fra amiche. E fra amiche, è bene che lo sappiate, non è che si usino raffinate metafore letterarie.

Come segue.

Il Traumatizzato

E’ il mio preferito, nonché il sottotipo più largamente diffuso, una volta superato il punto-dobermann.

Il soggetto in questione ha subito  di recente un qualche trauma (dove per “recente” deve intendersi un momento qualsiasi negli ultimi 40 anni della sua vita - ivi inclusa la fase pre-natale - e per trauma qualsiasi evento - dal semplice furto di gelato in età infantile, all’abbandono dell’amata dalla post-adolescenza in poi ) che l’ha segnato nel profondo impedendogli di fatto di instaurare un nuovo legame affettivo. 

In genere, il soggetto in questione sta attraversando anche una dichiarata fase egoistica della sua vita in cui si è reso conto che è troppo abituato alla sua indipendenza e alle sue abitudini per adattarsi ai ritmo di qualcun altro. Spesso - azzarda con infinita tristezza - è cosciente di non poter, forse, mai più tornare ad amare.

Diciamolo subito: il Traumatizzato è pericolosissimo, innanzi tutto perché stuzzica l’innato istinto da crocerossina inculcato in ciascuna di noi sin dalla più tenera età con centinaia di visioni di candy-candy (altro che lavaggio del cervello!). Lui non riuscirà ad amare nessun'altra….ma noi riusciremo a redimerlo e a curare le sue ferite profonde.

Infondo, anche il Christian Grey di 50 sfumature di Grey (appunto) aveva addosso ataviche ferite che gli impedivano di legarsi. Solo che Christian Grey seppur risultasse avaro di sentimenti, appariva piuttosto generoso sotto altri aspetti (vedi lo svenimento di cui vi ho parlato sopra).

Il Traumatizzato standard, invece, appare concentrare la sua fantasia principalmente nel creare scuse sui motivi per cui, ad esempio, non ci si può vedere una determinata sera. 

Qui le giustificazioni vanno dal semplice “ho già un impegno per giocare a tennis”, all’intellettuale “ho già deciso di dedicare la serata alla contemplazione zen dell’universo”, all’elaborato “mi sono iscritto ad emergency e parto fra un’ora per combattere l’ebola in Africa”.

Da risposte del genere, un essere mediamente sveglio ricaverebbe che il Traumatizzato semplicemente non è interessato all’articolo in questione. E invece no. Perché il Traumatizzato pur centellinando e rinviando gli incontri vi tiene comunque legate con improvvisi messaggini o telefonate pseudo-affettuose tipo “ti penso” - “Ci dobbiamo vedere assolutamente” - o addirittura finto-polemici “ma possibile che mi sfuggi sempre?”. Bene, questa consuetudine ha un nome socialmente noto come “fermino”. I “Fermini” sono una pratica (piuttosto infame) con cui il soggetto pur non essendo interessato a voi nel presente a lungo termine si tiene la porta aperta casomai cambiasse idea, o semplicemente si presentasse occasione, a breve termine nel futuro.

Possibile pratica da seguire in caso di interazione con Traumatizzato: si consiglia caldamente terapia d'urto. Per esempio alla frase "devo pensare alle implicazioni che una relazione sentimentale con te potrebbe avere sulla ricerca di acqua potabile in Somalia" si potrebbe rispondere "ma una frecata, no?".

Possibile cura per guarire dalla necessità di interagire con Traumatizzato. Si consiglia la visione de "La verità è che non gli piaci abbastanza" almeno una volta al giorno, fino a quando il concetto non sarà entrato in testa.

Il Bambinone

Tecnicamente dovrebbe trattarsi di quel sottotipo che i giornali femminili identificano nel c.d. "eterno peter pan". In realtà - paragonarlo a peter pan - costituisce un complimento esagerato.

 Passato il punto dobermann, il Bambinone regredisce irrimediabilmente allo stato infantile, fermandosi intorno ai 12 anni di età. 

Più che una ragazza, il Bambinone ha bisogno di una baby-sitter. Per cui, non stupitevi se per attirare la vostra attenzione utilizzerà quelle pratiche che - generalmente - appartenevano alla fase pre-puberale (id est: tirarvi i capelli, fare scherzi puerili, ecc), guardandosi bene dall'invitarvi esplicitamente ad uscire da soli, voi e lui. 

Il Bambinone irrimediabilmente la butta lì, se cogliete è bene, altrimenti amen: continuerà a tirarvi le trecce fino a quando entrerete in menopausa.

Possibile pratica da seguire in caso di interazione con Bambinone. L'Organizzazione Mondiale della Sanità (mentale) raccomanda, in caso di Bambinone, di mantenere pochi incontri di breve durata. E' altamente probabile, infatti, che in caso di esposizioni prolungate, il Bambinone possa irritare, stimolando i vostri istinti omicidi. 

Possibile cura per guarire dalla necessità di interagire con Bambinone. Si consiglia di far visionare al Bambinone il film neo-realista "La verità è che non gli piaci abbastanza" almeno una volta al giorno, fino a quando il concetto non gli sarà entrato in testa.

L'Impegnato

L'impegnato può considerarsi un sottotipo di traumatizzato che ha eletto il lavoro (o altra attività surrogata) ad unica ragione di vita.

Il guaio è che l'Impegnato non conosce cazzeggio e raramente pratica la leggerezza. Peggio, giudica in base al suo spietato metro di paragone il mondo intero.

Gli proponete un aperitivo in centro?Siete delle superficiali sciacquette dedite al cazzeggio perchè incapaci di impiegare il vostro tempo in attività che nutrano anima e mente.

Avete programmato un pomeriggio di shopping?Ecco che si profila la schiava del consumismo che trascinerà in bancarotta se stessa e tutti i suoi cari.

Se uscite a cena in due, è probabile che vi parli del suo amore incondizionato per Mario Monti e di quanto sia sbagliata una politica che sottovaluti il peso degli ammortizzatori sociali. E poco conta che voi, di ammortizzatori, conosciate a malapena quelli (deceduti da anni) della vostra macchina.

Se l'Impegnato sapesse che avete letto 50 sfumature di grigio, chiamerebbe Manlio Sgalambro perchè invochi lo spirito di Nietzsche (con in sottofondo la musica del Battiato-avanguardista) e compia un esorcismo su di voi.

Possibile pratica da seguire in caso di interazione con Impegnato. Si consiglia la stessa terapia d'urto seguita per il Traumatizzato. "Mia cara, per questa sera avrei pensato di leggerti un passo fondamentale del Trattato dell'Empietà di Sgalambro". Possibile risposta: "ma una frecata no?". In subordine "In tutta sincerità, mio caro, a me, Sgalambro, fa veramente CAC*RE!!!".

Possibile cura per guarire dalla necessità di interagire con Impegnato. Si consiglia la visione de "La verità è che non gli piaci abbastanza" almeno una volta al giorno, fino a quando il concetto non sarà entrato in testa. E soprattutto... guardandovi allo specchio, chiedetevi sinceramente...ma a voi, un tipo così pesante, può piacere veramente?

***

Al di là dei facili qualunquismi, miei cari e mie care, che vi inviterei anche a rimpinguare segnalandomi altri sotto-tipi maschili che abbiano passato la fase  Dobermann, vi lascerei con la perla di saggezza di una mia cara amica, che a questo punto ribattezzereri - a piena ragione - lo Sgalambro dell'Avvocatura Pentita Italiana.

L'altro giorno, commentando l'ennesimo tizio assurdo che si era conosciuto, avevo concluso laconicamente che l'unica soluzione poteva essere quello di trovare un Christian Grey: se proprio un difetto bisogna che ci sia, che questo difetto sia una punta di romantica perversione.

A questa considerazione, lo Sgalambro dell'Avvocatura Pentita Italiana aveva saggiamente ribattuto "Amica mia, non ci sperare, se si incontra noi Christian Grey, sicuro un minuto dopo gli prende una crisi mistica e si fa prete!!!".

Come a dire...la speranza è davvero l'ultima a morire?

Ai posteri l'ardua sentenza ma, mentre sciogliamo questo broglio, direi di puntare decisamente e senza remora il magnifico mondo dei ventenni.